Home SERIE TVNETFLIX Disincanto. Sesso, Droga e Fantasy nella nuova serie Netflix dal creatore dei Simpson

Disincanto. Sesso, Droga e Fantasy nella nuova serie Netflix dal creatore dei Simpson

by Toyzntech_bot

La nuova opera di Matt Groening, padre de I Simpsons e del mai troppo rimpianto Futurama, è arrivata dopo mesi di anticipazioni e rappresenta senza dubbio l’uscita Netflix più attesa e importante del mese di agosto.

https://www.youtube.com/watch?v=3VWQOrHFQLA

La firma è importante, pesante, e la curiosità attorno a un prodotto che vede Groening uscire un’altra volta dai binari simpsoniani dopo anni era inevitabile, un’attesa alle stelle ma anche preoccupazione, vista la qualità altalenante delle ultime stagioni de I Simpsons e la non più giovane età del loro creatore, arrivato a compiere ben 64 candeline, di cui 29 spese nella creazione dell’amatissima famiglia gialla.

Il Regno di Dreamland

Disincanto ci porta nel regno di Dreamland, in una terra dalle influenze norrene piena di magia, miti e leggende e narra la storia della principessa Tiabeanie, “Bean” per gli amici, una giovane poco avvezza alle regole di corte il cui hobby preferito è ubriacarsi nel pub della capitale del regno e assistere alle risse della plebe.  Ad accompagnare Bean nelle sue scorribande troviamo Elfo, un piccolo… elfo svampito e sbadato e Lucy, piccolo demone definito per comodità uno “strano gatto”, il più sveglio del gruppo e non necessariamente malvagio come dovrebbe essere.

Elfo, Bean e Lucy

A fare da contorno alla storia numerosi personaggi, a partire da Zorg, padre di Bean e re di Dreamland e sua moglie Una, matrigna di Bean (rimasta orfana da piccola) e appartenente a una razza per metà anfibia.

Slegarsi dai limiti de I Simpson permette a Matt Groening di sbizzarrirsi in situazioni, vicende e luoghi senza praticamente avere nessun tipo di limite, introducendo mondi magici, razze nuove e una grande varietà di personaggi, spesso ricorrenti nelle storie.

Disincanto è un vero e proprio serial, costituito da 10 puntate con le prime due a costituire un pilot, con la storia vera e propria che comincia con la terza puntata, vero e proprio punto di svolta da cui la trama comincia a respirare, con una serie di situazioni e vicende consequenziali fino all’epilogo, alla fine del primo capitolo della storia.


Disincanto è, al momento, ben lontano dai picchi di genialità toccati da Futurama, opera di Groening a cui è più facile accostarlo. Dal punto di vista del mondo e dell’ambientazione siamo su ottimi livelli, così come nella costruzione dei personaggi, per la maggior parte interessanti.

La serie soffre nel ritmo, con una parte centrale che risulta a tratti noiosa e un’alternanza tra serietà e umorismo e ironia non perfettamente riuscita. Groening si cimenta con una storia più seria rispetto a quanto fatto in precedenza, divisa in dieci puntate e non più costituita da episodi autoconclusivi.

Gli spunti sono senza dubbio buoni, ma specialmente le puntate più lunghe da quasi trenta minuti possono risultare pesanti da digerire alla prima visione. Dal punto di vista tecnico la serie si lascia guardar bene, anche se a volte risulta posticcia la presenza di computer grafica non proprio ben amalgamata.

Ottimo il sonoro, con un doppiaggio italiano che risulta pari (se non migliore) alla versione originale e accompagnamenti sonori folk/celtici ispirati.

La serie tratta temi maturi compresi droga o sesso, non c’è nessun limite alla creatività di Matt e indubbiamente rappresenta un buon inizio.
In attesa della seconda stagione, bisogna sperare che Groening possa far tesoro delle critiche ricevute per migliorare ancora e sorprendere con un secondo capitolo che, oltre a rispondere al cliffangher finale
(come da tradizione di ogni buon serial), possa innalzare il livello qualitativo e regalarci ulteriori momenti di pura genialità in pieno stile Matt Groening.

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