Disponibile su Netflix dai primi di maggio, The Rain è la prima serie televisiva danese ad essere prodotta dalla piattaforma on-demand statunitense, composta da 8 episodi e già riconfermata per una seconda in arrivo l’anno prossimo.
Co-creata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toff Jacobsen e Christian Potalivo, è ambientata interamente in una Danimarca post-apocalittica nel futuro. Sei anni dopo l’incipit della storia, in cui una pioggia tossica ha spazzato via quasi tutta l’umanità della penisola scandinava, i fratelli danesi Simone e Rasmus emergono dal bunker in cui li hanno portati i loro genitori e cominciano in loro viaggio in una terra disabitata, senza sapere cosa sia successo e senza la piena coscienza della moltitudine di pericoli a cui andranno incontro.
The Rain prende ispirazione dalla corrente di libri, film e videogiochi ambientati in realtà future distopiche, in cui la razza umana è una goccia in un oceano di desolazione e morte. Poche risorse, poco cibo e un pericolo costante, rappresentato tanto dalla pioggia killer quanto dagli umani, determinati a sopravvivere perdendo la loro umanità e arrivando a non avere nessuno scrupolo pur di andare avanti.
La forza dell’opera danese, gradita alla maggioranza degli utenti Netflix, sta in una narrazione scorrevole che non annoia e a un comparto visivo di prim’ordine. Nella Danimarca deserta è impossibile non rivedere il mondo di The Road, libro capolavoro di Cormack McCarthy (e meraviglioso film tratto da esso), così come le ambientazioni che hanno reso popolari videogiochi come The Last of Us o la saga di Fallout. Ed è proprio nell’ispirarsi a opere già uscite che si trova il più grande limite di The Rain. L’incipit interessante della storia è seguito da uno sviluppo poco originale e da un finale temporaneo che sa troppo di già visto/già letto/già giocato.
The Rain è una buona opera che intrattiene e incuriosisce ma non eccelle, puntando su risvolti di trama sicuri e collaudati, senza correre particolari rischi e spingere sull’originalità. Molte cose non vengono chiarite o spiegate e l’appuntamento con la verità è, forse, rimandato alla seconda stagione.